La Mafia è donna. La Mafia vince grazie alla rete spessa degli affetti, vince grazie al cuore di mamma che partorisce e protegge i suoi figli, alla devozione uggiolante e non meno efferata della sposa. La Mafia è la Lupa, che tutto divora dopo aver allattato, protetto, sfamato, ci aveva già avvisato Emma Dante nello suo spettacolo Cani di bancata.
Sapevamo dunque dell’astrusità e dell’ostinazione mortali figlie della prepotenza. Sapevamo della logica dell’arroganza contraffatta in senso della giustizia. Sapevamo della rivalità feroce e immotivata, che produce morte. Sapevamo della cultura del dolore che si tramanda nella ragioneria del lutto . Ma con questo film la Dante riesce a traghettare tutto questo dalla Letteratura e dal Teatro al Cinema, traslocando l’onta e l’onorabilità ferita, che offende di spada, dalle stradicciole manzoniane del Fra’ Cristoforo de I Promessi Sposi a quelle sudate e polverose di Palermo.
Via Castellana Bandiera, infatti, parla di un duello: incredulo, nato per caso, in una strada secondaria alla periferia di Palermo. Nella Sicilia di oggi. Il film si apre con un’inquadratura a pelo d’acqua, che ricorda l’Emanuele Crialese di Respiro. Sorvola sul cimitero per riprendere il compianto di Samira sulla tomba della figlia morta, dopo aver zoommato sulle sue mani vecchie e piene di pane, che i cani leccano avidi. Apre sulle vie di Palermo, intasate da camion che perdono merce, sensi unici e divieti, reggiseni rossi stesi ad asciugare.
Via Castellana Bandiera è la storia di una collisione tra due donne, tra due disperazioni. È la storia di un incontro fatale, accidentale, letale. È la storia di un ritorno mosso da un dubbio: è più difficile partire o restare? Questa domanda, questo tormento, la regista lo trasforma in un film, che è allo stesso tempo una commedia brutale, un thriller psicologico, una tragedia greca, un film quasi neorealista eppure pazzescamente surrealista, con corse degne di un Entr’acte di René Clair e attori-pulcinella rubati alla commedia dell’arte e al teatro delle marionette mescolati al coro greco delle comari della via, e ai volti drammatici delle tre protagoniste femminili interpretate dalla stessa Emma Dante, Elena Cotta e Alba Rhorwacher.
Via Castellana Bandiera è la storia di un impazzimento perché parla di ostinazioni che non si lasciano spostare e -come diceva Horkheimer- “il vero spostato è colui che non si lascia spostare”.
E’ la storia di una forsennata e dissennata resistenza. Un muro contro muro tra la rigidità del dolore, incapace di lasciar andare, e la determinazione del dissenso, che non vuole più scappare.
Anna Trevisan
Sala del Ridotto del Teatro Comunale, Vicenza- 23 settembre 2014
Via Castellana Bandiera
regia di Emma Dante; con: Emma Dante, Alba Rohrwacher, Elena Cotta, Renato Malfatti, Dario Casarolo, Carmine Maringola, Sandro Maria Campagna, Elisa Parrinello, Giuseppe Tantillo, Daniela Macaluso, Marcella Colaianni, Giacomo Guarnieri drammatico; durata 94 min. – Italia, Svizzera 2013