Mimmo Cuticchio compare sulla scena monumentale e terrifico, con una folta barba e una camicia bianche, di un candore che stride con quella sua voce cavernosa e ancestrale che tanto lo fa assomigliare a Mangiafuoco. Con la sua spada di legno fende imperioso l’aria, le scuce parole sonanti che inanella in un magico “Cunto”: il racconto della follia di Orlando, delle Gesta eroiche e leggendarie dei Paladini di Carlo Magno. La sua voce è profonda, travolgente, e rotola liquida e massiva, avvincendoci in un silenzio rapito, appena preceduto dalla musica dal vivo di archi e di fiati, che avranno poi il cruciale compito di ancorare al ritmo l’immaginazione e la visione delle scene successive.
Alla teatralità maestosa del “cuntista”, all’ipnotica capacità di narrare in modo autorevole, di affabulare in modo divino e di suscitare visioni, Cuticchio mescola l’antica arte siciliana dei Pupi, ovvero delle marionette, che intrecciano in scena le loro scintillanti e sferraglianti armature metalliche, ingaggiano battaglie e lotte mirabolanti, combattono mostri e spiriti in Castelli dell’Inganno, volano per aria ma sempre restando appese ai fili della musica e dei pupari, che li torcono e li manovrano con leggerezza favolosa. Così l’Epica delle Gesta dei Paladini prende corpo: ecco Ferraù il Saracino sfidare a morte Argalìa, fratello della bella Angelica; ecco Orlando diventare furioso e sradicare alberi e sollevare giumente; ecco Astolfo cavalcare alati ippogrifi, andare sulla Luna e ritrovare il Senno perduto; ecco la narrazione pura far lievitare l’immaginazione del pubblico, che oltre alla visione ritrova l’ascolto.
Impareggiabili le concitate e accaldate scene delle battaglie tra Saracini, e Paladini dai colorati pennacchi che brandiscono spade. L’arrivo di Astolfo sulla Luna è radiante e visionario. Per terra la proiezione di bolle di luce ricrea atmosfere spaziali, e Cuticchio fà dire ad Astolfo: “Non sono stati gli Americani e manco i Russi ad arrivare primi sulla Luna. Siamo stati Noi!”. Tutti ridiamo soddisfatti per questa magica, vivida, letteraria verità, e applaudiamo grati di tanta traboccante, colta bellezza, perché la creatività fantastica di Mimmo Cuticchio messa al servizio della visione e della traduzione teatrale ci ha restituito l’Orlando Furioso, così come già fece in Letteratura Italo Calvino. In modo magistrale.
Anna Trevisan
Teatro Olimpico di Vicenza, 11-12 Ottobre 2014
La pazzia di Orlando, ovvero il meraviglioso viaggio di Astolfo sulla Luna
adattamento scenico e regia di Mimmo Cuticchio; pupari Mimmo e Giacomo Cuticchio, Fulvio Verna, Tania Giordano; musicisti Nicola Mogavero, Marco Badami, Mauro Vivona, Alessio Pianelli e Francesco Biscari; luci di Marcello D’Agostino; organizzazione di Elisa Puleo