“J’ai rien a dire avant le spectacle, parce que vous le verrez. J’ai rien a dire après le spectacle, parce que vous l’avez déjà vu” dice Andrei Konchalovsky dopo aver chiesto in italiano ai presenti in quale lingua preferiscono che si esprima: “Francese, inglese, russo, cinese?”. Alla conferenza stampa per presentare il debutto all’Olimpico del suo Edipo a Colono, Konchalovsky è parco di anticipazioni. Parla invece delle tre maschere della tragedia antica, quelle del riso, del potere terrifico e del pianto. Parla dell’importanza della memoria, soprattutto per le nuove generazioni, citando Umberto Eco. Parla della crisi della cultura occidentale dopo il post-modernismo. “La Cultura sta evaporando” dice, e mentre lo dice la sua voce si assottiglia. Ripete che l’importante non è parlare dello spettacolo ma vederlo, perché contiene delle immagini. Parla del compito dell’arte, che non è quello di trasmettere idee e pensieri ma sentimenti, come ha detto Tolstoj. Quale lingua e quali parole parlerà dunque il suo Edipo? Lo vedremo e lo “sentiremo”.
Anna Trevisan
Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza
Incontro con il Maestro Andrei Konchalovsky per la prima assoluta di “Edipo a Colono. Il Re randagio”; con Jacopo Bulgarini d’Elci, Vicesindaco e Assessore alla Crescita del Comune di Vicenza e Flavio Albanese,presidente della Fondazione TCV