
Il confronto con pulsioni incontrollate è un’esperienza che ogni genitore fa e, il più delle volte, con qualche successo. In Pelican blood, invece, le cose non vanno per il verso giusto. L’addestratrice tedesca di cavalli della polizia, madre adottiva, single, vegetariana, una persona esperta di istinti e relazioni, vede fallire la sua missione di recupero di un’orfana bulgara che, a cinque anni, si candida ad un ruolo centrale per la venticinquesima stagione di Criminal Minds. Poi fallisce tragicamente anche l’addestramento di un cavallo bello e ribelle. Il film è ben scritto ma privo di stile, le immagini, i personaggi, persino i paesaggi, fanno solo quel che ci si aspetta da loro. Nel finale prende una piega New Age alquanto insopportabile, anche se è da notare come il sensibile e tecnologico psichiatra e la germanica sciamana dicano qualcosa di analogo: parte del cervello/anima della bimba si è spenta. Il cavallo muore.
Il Mostro Marino alias S.M.
Biennale Cinema 2019 | Orizzonti Pelikanblut Director: Katrin Gebbe Production: Junafilm (Verena Gräfe-Höft), Miramar Film (Mila Voinikova), Südwestrundfunk Running Time: 121’ Language: German Country: Germany, Bulgaria Main Cast: Nina Hoss, Katerina Lipovska, Adelia-Constance Giovanni Ocleppo Screenplay: Katrin Gebbe Cinematographer: Moritz Schultheiß Editor: Heike Gnida Production Designer: Silke Fischer, Anna Boyanova Costume Designer: Stefanie Bieker, Kristina Tomova Music: Johannes Lehniger Sound: Petko Manchev, Thekla Demelius