
Una caratteristica stilistica del cinema australiano e neozelandese visto in questi anni alla Mostra (e dove se no?) è la assoluta mancanza di suspense. Definita da Hitchcock come quel dispositivo narrativo per il quale lo spettatore sa qualcosa che i personaggi non sanno, la suspense non interviene in “Babyteeth” a turbare la lenta narrazione dell’incontro di una quindicenne di buona famiglia ammalata di cancro con la libertà e la morte, simbolizzate dalla perdita di alcuni denti di latte rimasti per errore nella sua bocca. Stilisticamente coerente, ottimamente recitato con interessanti virate verso la commedia, è di una lunghezza difficile da affrontare.
Il Mostro Marino alias S.M.
Biennale Cinema 2019 - Venezia 76 Concorso "Babyteeth" Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente a:Toby Wallace nel film “Babyteeth” Regia: Shannon Murphy Produzione: Whitefalk Films (Alex White) Durata: 120’ Lingua: inglese Paesi: Australia Interpreti: Eliza Scanlen, Toby Wallace, Emily Barclay, Eugene Gilfedder, Essie Davis, Ben Mendelsohn Sceneggiatura: Rita Kalnejais Fotografia: Andrew Commis Montaggio: Steve Evans Scenografia: Sherree Philips Costumi: Amelia Gebler Musica: Amanda Brown Suono: Angus Robertson