Biennale Cinema 2019 | Due film a confronto, firmati da Franco Maresco e da Andrea Segre

Due modi di uccidere la memoria. Il mock documentary “La mafia non è più quella di una volta” di Franco Maresco e il documentario su Porto Marghera “Il pianeta in mare” di Andrea Segre visti assieme danno una visione binoculare del nostro paese, delle realtà economiche delle dinamiche sociali della Sicilia e del Nordest, che rivelano aspetti radicalmente contrapposti e, al contempo, notevoli punti di contatto. La Sicilia di Maresco, vista dallo Zen di Palermo, è un deserto umano nel quale ognuno è per sé, dove il degrado avvolge e mortifica tutti, vecchi e giovani, elettori e politici, sani e folli, con i sani sempre sull’orlo di precipitare nella follia. Oramai è finita anche la funzione regolatrice della Mafia, che non è più quella di una volta, e tutti sono impegnati con tenacia a perdere la memoria. Chi chiede di ricordare, come la fotografa Letizia Battaglia, è visto con fastidio e disprezzo. Non si vedono immigrati, ma la condizione esistenziale dei palermitani descritta da Maresco è quella di immigrati marginali nella propria terra. Nell’operosa Marghera, invece, tanti migranti, operai qualificati dall’Europa dell’est, dall’Africa, dal Bangladesh, che non possono ricordare nulla di quel che fu la realtà politica del polo industriale veneziano. L’industria petrolchimica è in demolizione, producono alacremente i cantieri navali. Con la scomparsa della prima è finita anche la potenza politica del sindacato, adesso ognuno è per sé, come a Palermo. Per quelli che vissero la condizione esistenziale dell’essere parte di una classe rimane solo la nostalgia raccontata dal vuoto della sala delle assemblee e dalle parole di chi ancora frequenta l’osteria subito fuori dei cancelli dei cantieri. Di Maresco al Mostro era piaciuto di più “Belluscone. Una storia siciliana”, presentato alla Mostra del 2014, che mostrava come, nel deserto della memoria, si fosse installata la politica di Forza Italia. Qui la messa in scena ricalca troppo le gag di “Cinico TV”, che seguire per novanta minuti diventa un po’ difficile. Più esteticamente interessante la ricerca formale nelle immagini e nei suoni di Segre, che a tratti ricorda quelle del petrolchimico di Ravenna in “Deserto Rosso” di Antonioni.

Il Mostro Marino alias S.M.

Biennale Cinema 2019, Venezia 76 Concorso
"La mafia non è più quella di una volta"
Premio Speciale della Giuria 2019
Regia: Franco Maresco
Produzione: ILA PALMA (Rean Mazzone, Anna Vinci), Dream Film (Daniele Moretti, Paolo Quaregna), Tramp Limited (Nicola Picone, Attilio De Razza) 
Durata: 107’ 
Lingua: italiano, dialetto siciliano 
Paesi: Italia 
Interpreti: Letizia Battaglia, Ciccio Mira 
Sceneggiatura: Franco Maresco, Claudia Uzzo, Francesco Guttuso, Giuliano La Franca 
Fotografia: Tommaso Lusena De Sarmiento 
Montaggio: Francesco Guttuso, Edoardo Morabito 
Costumi: Nicola Sferruzza 
Musica: Salvatore Bonafede 
Suono: Luca Bertolin

Biennale Cinema 2019, Fuori Concorso Il pianeta in mare Regia: Andrea Segre Produzione: ZaLab Film (Andrea Segre), Rai Cinema, Istituto Luce Cinecittà  Durata: 93’  Lingua: dialetto veneto, italiano, rumeno, bengalese, inglese  Paesi: Italia  Sceneggiatura: Gianfranco Bettin, Andrea Segre  Fotografia: Matteo Calore  Montaggio: Chiara Russo  Musica: Sergio Marchesini  Suono: Alberto Cagol, Riccardo Spagnol 
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