
È un abusato luogo comune l’analogia fra l’esperienza onirica e la visione cinematografica. Immobile nella sua poltrona lo spettatore, come il sognatore nella paralisi del sonno REM, è sottoposto a un flusso soverchiante di immagini ed emozioni che subisce in condizioni di passività, in uno stato di sospensione dell’incredulità. Tuttavia l’analogia non dà conto di differenze sostanziali fra le condizioni del sognatore e dello spettatore, innanzitutto quella dell’assoluto carattere privato del sogno in contrasto con l’appartenere lo spettatore a un pubblico che, in contemporanea, vive immagini, suoni ed emozioni. La dimensione pubblica del cinema è erede di quella del teatro, del rito teatrale, dimensione che sopravvive, affievolita, anche nell’epoca di Netflix, dei tablet e dei visori per la realtà virtuale. La platea del cinema è sincronizzata ed artifici quali il sonoro o il sensurround vincolano ancor di più gli spettatori ad una dimensione collettiva, opposta a quella del sognatore.
È però possibile rintracciare un comune aspetto profondo fra la dimensione onirica e quella del cinema, aspetto che risiede nel processo di lavorazione. L’ordine delle riprese non rispetta l’ordine cronologico della narrazione, che verrà recuperato solo in fase di montaggio. Nel girato elementi secondari, inquadrature di oggetti e panorami, punti di ripresa cangianti, primi piani, zoom, carrelli, attendono di essere valorizzati o esclusi nel montaggio. Similmente nel sogno dettagli secondari, che rientrano spesso fra i cosiddetti residui diurni, assumono una rilevanza inusitata, brillano come inesplicabili fonti di emozione, marcano la narrazione frammentata degli eventi onirici. L’interpretazione del sogno, a partire dalla sua narrazione da svegli, è assimilabile al lavoro di montaggio. Il testo di Freud, coevo al lavoro dei Lumiere, si propone quindi come montaggio, ricostruzione di un coerente senso profondo legato alla soddisfazione di desideri inconfessati.
Il Mostro Marino alias S. M.
Cover Image: “Sogno di colori” by Sabine Sauermaul. Licenza: CC0 Public Domain